mercoledì 30 gennaio 2013

Avanti Lazio

Capita che alle volte per una serie di ragioni (sbagliate) vedi tutto nero. Poi decidi all'improvviso, dopo una giornata di lavoro mezza pesante, di andare allo stadio all'ultimo minuto rimediando un biglietto per pura fortuna. Ti leghi la sciarpa al collo, cammini da solo per una Roma chiassosa ed umida apprezzando poco a poco l'aria fresca che ti rigenera. Caffè, panino, gesti semplici che rinfrancano. Entri con calma da solo in Distini Nord, a due passi dal cuore del tifo biancoceleste, si si quello additato dai benpensanti come fascista e xenofobo. Adrenalina che lentamente entra in corpo, problemi e pensieri che si allontano. Incontri amici di stadio che chiedono come me due ore di serenità e gioco. Inizia la partita, conta solo superare il turno e battere quei bastardi (quello pensa ogni tifoso). Si soffre, si rischia di capitolare, sembriamo sulle ginocchia. Poi all'improvviso il gol, quello che dà gioia allo stato puro, che fa gridare, abbracciare, gioire. I cori alti, si partecipa, lo sguardo al cronometro perchè si teme la beffa. Al 91' si materializza, la beffa. Ci segnano, crolla tutto, ce lo sentivamo ma avevamo paura di dirlo. Poi un calcio d'angolo per noi, la palla finisce sulla testa del nostro attaccante ed è il gol della vittoria, al 94' il miracolo, la resurrezione sportiva, un boato mostruoso, migliaia di persone impazzite di gioia che si riconscono in una bandiera ed in 11 idoli. Fischio finale, abbracci, la mente torna sgombra, stanchi e felici, per noi tifosi il calcio è una droga, e stasera siamo in overdose. Avanti Lazio.

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