martedì 11 settembre 2012

Mali oscuri

"Dramma nel mondo dell'informazione radiofonica. La popolare conduttrice e giornalista Francesca Bonfanti si è tolta la vita nel giorno del suo compleanno gettandosi dal ponte della ferrovia, al Mandrione in via Casilina vecchia, intorno alle due e mezzo di notte. A dare l'allarme al 113, un passante che l'aveva notata prima spogliarsi e poi lanciarsi nel vuoto da un'altezza di oltre 30 metri. Disperati i tentativi dei medici del 118 di salvarla. Sembra che da qualche tempo soffrisse di crisi depressive"
Questa la tragica notizia che oggi mi ha spiazzato. Era una delle tante voci che mi tengono compagnia in macchina nel traffico dei giorni lavorativi, niente di più e niente di meno, ora la ricorderò come la voce di una ragazza (coetanea grossomodo) che si è levata la vita, come si dice, nel "pieno" dei suoi anni (come se ci fossero anni "vuoti"). Apparentemente fa un lavoro divertente, bella ragazza, brillante, frequenta il mondo dello spettacolo e del calcio (il grande circo degli eroi di questa strana epoca che viviamo). E allora perchè nel giorno del suo compleanno (questo mi ha colpito) ai toglie la vita ? Si getta nel vuoto e pone fine all'esistenza, dice basta. Perchè ? Perchè ahimè come chiude l'agenzia di stampa riportata, pare soffrisse di crisi depressive. Tutto ruota attorno a questo male, gran brutto male, per decenni banalizzato, sottovalutato spesso con la parola stress o se preferite esaurimento nervoso. E' bastardo, si insinua dentro di te e non te ne accorgi, è prima un po' di malinconia, poi diventa noia, poi fastidio, dopo poco diventa malessere, uno stato dell'anima che non ti molla e che non sai spiegare. Lo allontani e lui poi torna alla carica, i colori sfumano, i guai si amplificano, le cose belle banalità...lui sta vincendo, te lo sai, ma nulla puoi fare o sembra tu possa fare. Si abbassa la guardia, quello stato per certi versi inizia a "piacerci", lo si conosce, ci si sta dentro, fino a quando iniziano pensieri drammatici che sembrano non essere più tali, scenari bui senza ritorno che diventano incomprensibilmente soluzioni....questo credo sia successo a Francesca, questo ha sfiorato molti di noi, una preghiera l'unica cosa che resta da fare. Si deve avere il coraggio di chiedere aiuto, ed avere la fortuna di riceverlo, quello vero, quello salvifico, perchè la depressione se ti prende non ti molla e un aiuto serve maledettamente, specie a chi, a causa delle circostanze della vita, vive un po'solo ed in disparte. Dobbiamo impegnarci ed essere bravi nel dare aiuto a chi ne a bisogno, nel capire l'attimo e le circostanze, ad andare incontro, avere coraggio e dare fiducia, il coraggio di chiedere aiuto non tutti ce l'hanno, non tutti ce l'hanno.

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